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| Vignale ha realizzato su complessi meccanici Fiat 850 questo coupé di
caratteristiche sportive le cui doti essenziali di penetrazione, coerenza e gusto
raggiungono livelli inconsueti, tali da non giustificare lo scarso interesse che
la stampa specializzata gli ha finora dedicato, e la tiepidezza con cui è stato
accolto al Salone di Ginevra. Nel mese di luglio, comunque, questa 850 ha
ottenuto un giusto riconoscimento conquistando il primo posto al concorso
di eleganza di Alassio. Raramente si incontra una vettura che rimanga così
«sincera» ed attraente, esaminata dagli angoli visuali più desueti.
PENETRAZIONE Immediati sono i riferimenti alle realizzazioni di Vignale
più significative in questo senso: i coupé su meccanica Fiat-Abarth 750 del
1957, caratterizzati dal muso cortissimo e la coda tronca, e la 1000 Record
sperimentale del '62. Se nel caso odierno il punto di partenza è meno "osé", i
risultati, almeno ad un primo esame, sono senz'altro soddisfacenti.
Ritroviamo qui, in particolare, l'allineamento dei profili di cofano e
parabrezza e la carenatura dei fari, ad esatta integrazione della superficie
frontale.
COERENZA La sensibilità propria di Vignale in questa categoria di
utilitarie-fuoriserie, è stata acquisita attraverso lunghi anni di esperienze a
livello industriale sulle «piccole» Fiat ed ulteriormente arricchita, riguardo
questo coupé, dalla riuscita serie di realizzazioni sullo stesso pianale. Essa
conferisce al carrozziere la razionale comprensione del tema, risolto in
funzione logica dell'uso cui è destinata la nuova vettura, la sua funzionalità, le
esigenze del suo mercato. La forma nasce fondamentalmente da queste
premesse. Lo "styling" di questa forma è soltanto questione di buon gusto.
GUSTO Vignale precisa la forma nell'assoluta pulizia delle superfici
(esemplare la miniaturizzazione dei marchi e delle maniglie delle portiere;
disegnate in sezione con larghi raggi di curvatura. L'armonia delle
proporzioni è impostata sul movimento, sinuoso anch'esso, dei profili
delimitanti tali superfici, accentuato con decisione nei punti chiave dei
parafanghi anteriori, fughe del padiglione e della coda, arco superiore dei
passaggi ruote. L'equilibrio delle masse deriva infine dall'inserimento
nell'impronta curvilinea dell'insieme della retta orizzontale di cintura in
continuità al diedro frontale, e della verticalità dello «specchio di poppa».
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